#TiRaccontoDaCasa
30 aprile 2020

Certi legami, si sa, sono difficili da intaccare, specie quando sono fondati su radici solide come quelle che uniscono i nostri volontari. Ma come sta vivendo questo periodo di lockdown la Fondazione? Ce l’ha raccontato da casa sua Paola Tamanini, nostra Coordinatrice delle Attività Istituzionali. 

 

Quarantena, ma non di idee. 

“Comunichiamo con i nostri volontari attraverso i gruppi Whatsapp, che sono attivi per ogni singolo laboratorio, e un gruppo chiuso su Facebook, diventato con il tempo una vera e propria community. Da sempre ci affidiamo alla tecnologia per sentirci vicini e far sentire la nostra presenza, oggi ancora di più. Abbiamo chiesto a volontari e ceramisti di mettere a disposizione le proprie doti creative per proporre attività da svolgere a casa con materiali facilmente reperibili, un po’ per tenere attivi i gruppi ma anche per occupare il tempo”. Non solo argilla, dunque. Ciò che conta è la creatività. “L’arte e la ceramica sono il fondamento della nostra attività e cerchiamo di mantenerle centrali anche in questo periodo di lockdown”. 

 

Messaggi di positività.  

Nonostante le difficoltà del momento, la parola d’ordine del team è positività. “Abbiamo tanta voglia di tornare alla normalità, ma ciò che conta di più in questo momento è non focalizzarsi troppo sugli aspetti negativi del periodo: per questo abbiamo chiesto ai vari gruppi di concentrarsi su pensieri e aspetti positivi della ceramica, del volontariato e del donare sorrisi ai bambini. Ciò che emerge con forza in questi giorni è l’impazienza dei volontari di poter tornare in laboratorio con i bambini, sentono molto la loro mancanza”. 

 

Nostalgia della ceramico-terapia. 

Non solo la Fondazione vive con nostalgia l’interruzione dei laboratori di ceramico-terapia. “Ogni tanto riceviamo dei messaggi dalle psicologhe: loro continuano a garantire il servizio e sono spesso a contatto con i piccoli. Ci hanno detto che manchiamo molto nel reparto, mancano i volontari ma soprattutto la modellazione dell’argilla. Le famiglie e i bambini sentono il vuoto creato dall’interruzione dei nostri laboratori e in generale delle attività proposte in ospedale. Speriamo di poter tornare presto a donare sorrisi ai nostri piccoli guerrieri”. 

 

Cambiamenti per il dopo quarantena. 

“Per quanto riguarda i laboratori non credo ci saranno grandi cambiamenti perché, operando in reparti oncologici, sottoposti a regole molto strette e con un’attenzione forte all’igiene, i nostri volontari sono già abituati a indossare dispositivi di protezione e a non recarsi in ospedale in presenza di sintomi influenzali anche minimi. C’è una grande sensibilità da parte loro e ce ne sarà ancora di più. Da parte nostra posso dire che ci stiamo impegnando per fornire ai volontari ulteriori dispositivi per tutelare la sicurezza e la protezione personale”.