#TiRaccontoDaCasa
02 aprile 2020

È da diverse settimane ormai che i nostri laboratori di ceramico-terapia sono fermi a causa dell’emergenza da Coronavirus. Eppure, anche se a distanza e sotto nuove forme, non hanno mai smesso di esistere: continuano a vivere attraverso i ricordi dei nostri volontari, le emozioni vissute, le gioie condivise con i bambini. Per questo motivo abbiamo deciso di proseguire con i nostri racconti: stavolta però ci spostiamo fuori dai laboratori, andando a trovare virtualmente i volontari nelle loro case. È così che nasce #TiRaccontoDaCasa, una piccola rubrica che ci accompagnerà durante questo periodo, finché non torneremo a modellare l’argilla con i nostri piccoli artisti. 

 

Per questo primo appuntamento abbiamo fatto due chiacchiere con Matilde e Catia, ceramiste e volontarie rispettivamente nei laboratori di Roma (al Policlinico Gemelli e all’Ospedale Bambin Gesù) e Cosenza (all’Ospedale Civile Annunziata).   

 

Cartoline romane. 

L’interruzione delle attività è stata complicata da metabolizzare, ma io cerco di sentire comunque i volontari, di mantenere un contatto” ci racconta Matilde. “Mi manca giocare con i bambini, ma sono contenta perché il laboratorio c’è, anche se solo virtualmente: ha un’altra forma ma continua a esistere”. 

 

Il legame con i laboratori è talmente forte che Matilde si è fatta portavoce di un’idea bellissima nata tra i volontari dei suoi tre gruppi. “Sentivamo l’esigenza di mandare un saluto ai bambini, così i volontari hanno cominciato a inviarmi immagini relative a ciò che stavano facendo in quel momento o avrebbero voluto fare, a condividere la vista dalla propria finestra di casa o un pensiero. A quel punto abbiamo deciso tutti insieme di unire tutte queste cartoline provenienti da diverse parti di Roma e farle diventare un video da inviare ai bambini. La psicologa del reparto, con cui abbiamo un filo diretto, si è occupata poi di trasmettere il nostro saluto ai piccoli”.  

 

Voglia di tornare. 

Anche a Cosenza si respira aria di nostalgia e i volontari non vedono l’ora di poter tornare a modellare l’argilla con i bimbi. “Il laboratorio mi manca tanto” dice Catia. “Mi manca il rapporto che si crea in quel momento speciale, quando i bambini si mettono a creare, quando si stupiscono di ciò che hanno fatto. Forse è proprio il loro stupore a mancarmi di più”.

 

E un po’ per nostalgia, un po’ per trasmettere un messaggio importante, anche a Cosenza non manca lo spirito di iniziativa per continuare a tenere attivi i laboratori nonostante la distanza fisica. “Volevo dare un messaggio di speranza, di gioia. Così ho cominciato a condividere sul nostro gruppo Whatsapp delle immagini legate a bei momenti vissuti in laboratorio, per dare risalto a ciò che facciamo, per comunicare bellezza e positività. Il laboratorio continua a vivere anche grazie alla condivisione di immagini, ricordi e pensieri”.

 

Andrà tutto bene. 

Una volta finito tutto questo torneremo alle nostre vite con ancora più entusiasmo di prima”, conclude Matilde. “Siamo a casa, è vero, ma avremo più voglia di comunicare e stare vicino”. Un sentimento comune ai volontari di tutta Italia, come conferma anche Catia: “Il legame tra noi non si è mai indebolito, anzi. È vero che ciascuno di noi è preso dalle proprie preoccupazioni, ma sono sicura che tutte le volontarie del mio gruppo saranno più motivate di prima quando ricominceranno le attività. Da questa situazione ne usciremo tutti più forti”.