Mai come in questo momento siamo chiamati a metterci in gioco con la fantasia per trascorrere al meglio il tempo a casa. Le opzioni di certo non mancano: basta fare una rapida ricerca su Internet per trarre ispirazione e passare qualche ora all’insegna della creatività. Ma cosa succede se ci si sente bloccati o non all’altezza? Simona, nostra ceramista all’Ospedale Regina Margherita di Torino, ha qualche consiglio per noi.
Il potere dell’arteterapia.
“L’arte è sempre terapeutica. L’arte è bellezza, e non in senso puramente estetico, è storia, è riferimento, è uno spunto continuo di riflessione, un modo di comunicare un’emozione, sia essa positiva o negativa. Soprattutto nei momenti in cui ci sono grandi difficoltà, comunicare è un fattore fondamentale. Il bello di riuscire a stare bene attraverso la propria creatività è proprio quello di non vivere nel limite: il materiale è solo uno strumento attraverso il quale possiamo esprimerci, non il fine ultimo”.
Arteterapia per bambini e adulti.
L’arteterapia non è utile solo per i più piccoli: anche gli adulti possono trarre enormi benefici. “Spesso i bambini sono impauriti dai giudizi degli adulti, per questo con loro uso spesso il termine “gioco”: il raggiungimento di un fine non è così importante, ciò che conta è il percorso. L’oggetto può non essere confacente a ciò che si immagina, ma se mentre si è realizzato si è provato un’emozione, l’obiettivo è stato sicuramente raggiunto. Un po’ lo stesso principio che guida i nostri laboratori di ceramico-terapia nelle oncologie pediatriche. Una creazione non è mai brutta, è una comunicazione personale. Se riusciamo a immergerci in questa dimensione del gioco, godendoci l’esperienza in sé, niente potrà essere considerato antiestetico. Ecco che allora l’arteterapia diventa un valore aggiunto per tutti, grandi e piccoli”.
Piccoli consigli per affrontare il lockdown.
“Non servono tanti strumenti per dare voce alla propria creatività: dipende da cosa abbiamo a disposizione e cosa ci sentiamo di fare. Si può svagare il pensiero con un bel libro da cui poi costruire una storia personale con dei fogli colorati: si potrebbero fare a pezzettini per creare una narrazione attraverso il collage. È qualcosa che facevamo da piccoli, ma perché non possiamo tornare a essere bambini? Potremmo affrontare questo momento con un po’ più di spensieratezza e, perché no, spavalderia.
Ci sono tante altre cose da cui poter prendere spunto: ad esempio osservando un libro di fotografie per riscoprirci fotografi, modellando l’argilla o facendo delle creazioni con la pasta di sale. L’importante è non mettersi limiti e non pensare che attraverso l’osservazione delle cose si perda tempo: è un’occasione unica per imparare a guardare il mondo con uno sguardo diverso. Tutti noi abbiamo degli strumenti, ma spesso la paura li oscura. Mi auguro che in questo momento ciascuno di noi possa ritrovarli in se stesso e lucidarli per cercare di affrontare il futuro nel miglior modo possibile”.